Una collaborazione che investe sulla sicurezza prima che sia troppo tardi
Nel mondo del lavoro ti formi, per legge, a spegnere il fuoco nel tuo ambiente professionale. Per chi invece accende il fuoco per lavoro la normativa oggi tace. Eppure gli artisti del fuoco vengono scritturati di continuo, tanto in eventi medio piccoli così come in quelli mainstream. Ma di chi è la responsabilità in caso di incidenti?
Questa è la domanda che ci siamo posti in DOC e che accompagna da sempre Antonio Bonura, in arte Lumi – Il Drago Bianco e direttore creativo delle Compagnia Opera Fiammae. Antonio è uno dei referenti di punta di questa disciplina artistica, da quando ha compreso che, come professionista che manipola le fiamme, non poteva più giocare col fuoco in termini di sicurezza.
La normativa sulla sicurezza del lavoro parte dal presupposto che non si può azzerare il rischio, ma che si può ridurlo il più possibile. Da questo incontro nasce una collaborazione che intende trasformare alcune buone prassi individuali, applicate con scrupolo in base a un’etica personale, in elementi per una cultura della sicurezza di tutto il comparto.
Il mondo dello spettacolo, nel suo continuo reinventarsi, agisce secondo linee e direzioni che il legislatore spesso non è in grado di riconoscere in tempo. Talvolta interviene ex post, come per il decreto palchi, in seguito ad incidenti che hanno lasciato sul campo delle vite umane. Le leggi sulla sicurezza del lavoro ancora oggi ignorano tutta una parte del professionismo artistico. Ma un artista consapevole o un datore di lavoro con un’etica come può attivarsi per mettere in atto tutte le procedure che riducano al massimo i rischi per lavoratori, per committenti e pubblico?
Fino ad oggi la ricerca è stata un fatto di coscienza personale. Si cercano materiali in internet o si chiede ai colleghi. Molte conoscenze e prassi sono estrapolate da testi stranieri, che fanno però riferimento a normative e parametri diversi da quelli italiani.
L’esperienza e il ricco materiale accumulato da Antonio in oltre 20 anni di pratica uniti al metodo rigoroso di STEA (cooperativa della rete DOC), improntato alla tutela dei soci lavoratori qualunque sia il luogo di lavoro, saranno i pilastri di una procedura innovativa dedicata agli artisti che usano le fiamme libere come mezzo espressivo.
La procedura prevede una riflessione sullo spazio scenico in termini di definizione dei rischi, un protocollo sanitario per un controllo continuativo e, soprattutto, un corso di manipolazione di fiamme libere con uno sguardo innovativo proprio sugli aspetti della sicurezza. L’obiettivo è di accompagnare gli artisti a ridurre i rischi connessi in tutte le fasi che li riguardano: nel trasporto e nella manipolazione dei combustibili, nella gestione dello spazio di spettacolo, nella richiesta, fornitura e uso dei DPI, nella formazione del personale in loco, nella scrittura di DVR funzionali alla scena, nello stoccaggio dei materiali e nello smaltimento dei residui. E, ovviamente, come intervenire in caso di incidente.
In autunno sarà pronto il primo corso sulla sicurezza nella manipolazione di fiamme libere, tenuto da Antonio. Sarà anche un primo test importante per capire se la cultura della sicurezza sia solo un fatto di deontologia personale o un’urgenza di tutela di tutto il settore. Questa collaborazione nasce proprio per dare dignità di tutele a un lavoro e a dei lavoratori che sono sempre più richiesti negli eventi, ma di fatto rischiano di restare soli nel caso di imprevisti e infortuni.
Anche questo percorso vuole essere un altro segnale importante alle istituzioni, verso il riconoscimento di quei diritti che altri lavoratori hanno già da un pezzo.