Votato oggi in Commissione Cultura al Senato l’emendamento che consente di sanare le fragilità del lavoro intermittente.
Arriva oggi la prima, vera buona notizia per il settore dello spettacolo, dopo due anni di pandemia e una crisi che ha prodotto tra l’altro una dispersione di personale tecnico e artistico senza precedenti. Lavoratori e lavoratrici senza certezze, 1/5 dei quali ha abbandonato il settore, che nel 2019 produceva 1,4 miliardi di euro.
Una battaglia che è durata due anni con lo studio e il confronto tra Unita, La Musica Che Gira e altre realtà come Fondazione Centro Studi Doc (alla quale dobbiamo anche il primo studio sulla dispersione di personale tecnico all’interno del settore spettacolo a causa del Covid-19) e il FAS (Forum Arte e Spettacolo), che ha elaborato agli inizi della pandemia una proposta di legge che è stata seminale per il lavoro che ne è seguito. Un lavoro di dialogo complesso e articolato confluito nella proposta di legge Orfini-Verducci (lo Statuto sociale dei lavori nel settore creativo, dello spettacolo e delle arti performative) e che sta per concludersi con l’iter di votazione avviato oggi in Commissione Cultura al Senato. Un segno che il mondo dello Spettacolo non è destinato all’immobilità normativa, che i lavoratori, le lavoratrici e chiunque ne faccia parte possono contribuire con la propria voce a determinare dei cambiamenti importanti. Il grande lavoro di riforma dell’intero settore, che è ancora da completare, può è deve partire da questo primo importantissimo risultato.
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