Daniela Visani

da | Mar 2, 2023 | TALES

Atto-trampoliera

COMPAGNIA
Equilibri avanzati e IDRA teatro

PECCATO ORIGINALE
Tutto è nato da una richiesta inattesa. La coordinatrice di un, allora, “asilo” mi chiese di realizzare uno spettacolo su di un seme seminato: Chiccolino. Me lo chiese, di propria iniziativa, semplicemente perché aveva fiducia nella mia espressività ed agilità, che mi venivano dagli studi di danza. Da quel semino in poi, creare spettacoli è diventato il mio modo di comunicare. Mia madre mi ha pagato la “scuola di teatro” come regalo di laurea. Quando ottenni la prima cattedra di Italiano, ad orario pieno, mi licenziai, al cellulare, mentre guidavo nella nebbia verso un provino. Passai il provino. I trampoli li ho messi tardi, dopo aver visto danzare David Toole. Li ho indossati per crearmi, artificialmente, una disabilità che mi permettesse di approfondire il mio lavoro di attrice e sottrarmi alle insidie del risaputo.

COSA
Come si estraggono materie prime dal suolo od olio dalle olive, così un attore o cantante o acrobata o… estrae e compone la familiarità da persone tra loro estranee. La familiarità è una fonte di energia rinnovabile, se condivisa, è sostegno vitale e genera pensiero. E cosa dice il pubblico del “Cosa”? Spesso a fine spettacolo mi viene rivolta questa frase, sempre uguale anche in posti diversi: “Si vede che è la tua vocazione”. Ci penso e mi viene naturale tradurla in altri termini. Vocazione diventa così sinonimo di lavoro. E questo non è per nulla scontato. Al contrario. Nei programmi di orientamento alla professione e nella formazione professionale la parola “vocazione” è bandita. Io mi chiedo spesso come mai.

PER CHI
Ci si espone per i propri compagni di lavoro (organizzatori compresi) e per il pubblico. In gioco c’è qualcosa che ha a che fare con la nascita e la rinascita. Nelle scuole di clown o d’attore i programmi prevedono “esercizi sulla nascita”. Nascere è “essere per” qualcun altro, essere per essere desiderato. Mi è stato evidente alla fine di uno spettacolo, mentre tutta bagnata uscivo coi trampoli dal lago verso la spiaggia (avevo appena finito di essere Ofelia annegata). Almeno quattro signore del pubblico mi sono corse incontro con qualcosa per asciugarmi. Sono rimasta spiazzata e mi è venuto da piangere. Sei bagnata, ti asciugano e piangi: stai nascendo, non c’è dubbio. La nascita è reciproca: dell’attore e del pubblico.

DOVE
Mi piace lavorare con organizzatori che mi mandano dove c’è pubblico, cioè nei centri commerciali sabato e domenica. E dopo questa frase sto ridendo di dolore.

COOPERAZIONE
Ho sempre desiderato che il mio lavoro fosse riconosciuto, “legale”, normato e tutelato da tutti i punti di vista. All’epoca non sapevo da che parte voltarmi. Mi sono informata e associata a Doc Servizi. Oggi vedo che è una cooperativa capace di evolversi, anche se io mi sento un bradipo rispetto agli altri. È come sedere al volante di una macchina potentissima e andare cauta a 30 all’ora. Spero di potere approfittare sempre più e sempre meglio dei vantaggi di una cooperazione vera.

DESIDERATA
Penso che il valore di uno spettacolo dipenda dalle modalità di produzione dello spettacolo stesso. Purtroppo, per motivi di scarse finanze, il tempo dello studio e della creazione è limitato. Gli allenamenti o l’ideazione spesso non riesci a farli valere come prove, come tempo di lavoro. Ovviamente ammesso che le prove siano pagate, cosa che non per niente scontata. Non conosco soluzioni al momento ed io personalmente non conosco nemmeno linee di politica culturale che richiedano e sostengano lo scambio intergenerazionale, che sarebbe per me tanto importante.

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